Brano: [...] banque internationale (1930); Libertà, libertà cherie (Souvenirs) (1952); Sept mois et 17 }°urs (I955); La politique et la vérité (1958); Rencontres avec A. Bevan et P. Nenni (1959); La république moderne (l Ed. 1962, Il Ed. 1967); Dialogues avec l’Asie d’aujourd'hui (1972).
Bibliografia: Louis Guitard, De Gaulle Mendès: aller et retour, Editeur Jerome Martineau, Paris 1969; Pierre Rouanet, MendèsFrance au pouvoir, Laffont 1965.
E.Po.
Me ne frego
Espressione del dialetto romanesco passata nel linguaggio degli arditi (v.) e poi dei legionari fiumani.
Nel proclama « Il sacco di Fiume » di Gabriele D’Annunzio (v.) delI'11.1.1920 si dice: « Me ne frego è scritto nel centro del gagliardetto azzurro che l’altra notte consegnai ai serventi delle mie mitragliatrici blindate, tra i pinastri selvaggi della collina, al lume delle torce e delle stelle, mentre la piccola schiera di volontari dalmata cantava il vecchio canto del Quarantotto, grande come il tuono dell'organo nelle navate di Sebenico di Spalato.
Il motto è crudo. Ma a Fiume la mia gente non ha paura di nulla, neppure delle parole ».
C’era nei canti dei legionari fiumani una variante: « Ci dicon da Parigi che l'equilibrio è rotto J e il nostro Comandante rispose "me ne fotto" ».
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[...]le stelle, mentre la piccola schiera di volontari dalmata cantava il vecchio canto del Quarantotto, grande come il tuono dell'organo nelle navate di Sebenico di Spalato.
Il motto è crudo. Ma a Fiume la mia gente non ha paura di nulla, neppure delle parole ».
C’era nei canti dei legionari fiumani una variante: « Ci dicon da Parigi che l'equilibrio è rotto J e il nostro Comandante rispose "me ne fotto" ».
Da D'Annunzio allo squadrismo
«Me ne frego» divenne il titolo di una « canzonemarcia » delle squadre fasciste: « "Me ne frego” è il nostro motto, / me ne frego di morir, / me ne frego di Bombacci / e del sol dell’avvenir. / Col vessillo tutto nero / che ci stringe attorno a sé, / o Cagoia di Dronero [G/o//ff/] / me ne frego anche di te ».
Benito Mussolini, nelrEnc/c/opecf/a Treccani, alla voce Fascismo (v.) legittimò ufficialmente la sconcia locuzione (che entrò così nel linguaggio comunemente usato): « L’orgoglioso motto squadrista Me ne frego, scritto sulle bende di una ferita, è un atto di filosofia non soltanto stoica, è il sunto di una dottrina non soltanto politica: è l’educazione al combattimento, l’accettazione dei rischi che essa comporta; è un nuovo stile di vita ideale ».
II trionfo del motto, nella pubblicistica politica, si ebbe durante l’« età imperiale », quando l’Italia « se ne frega » di tutti. Ricamando il tema.di un ritornello squadrista del 1920 («Ce ne freghiamo della galera / camicia nera la vogliamo sì »), Auro d’Alba avviò il « Canto dei legionari » che esalta le gesta africane: « Ce ne fregammo un dì dell[...]
[...]alia « se ne frega » di tutti. Ricamando il tema.di un ritornello squadrista del 1920 («Ce ne freghiamo della galera / camicia nera la vogliamo sì »), Auro d’Alba avviò il « Canto dei legionari » che esalta le gesta africane: « Ce ne fregammo un dì della galera / ce ne fregammo della brutta morte ,/ per preparare questa gente forte / che se ne frega adesso di morir... ».
I motti si sposano anche. Nel 1935 un fascista paziente intrecciava il « me ne frego » al « noi tireremo diritto », alle spalle di un gruppo di paesi che avevano partecipato all'« iniquo assedio economico »:
FraNcia
EstOnia
Inghilterra
TurChia
NorvEgia
CiNa
SvEzia
SudaFrica
URss
LibEria
BelGio
AfgHanistan
Slam
FinlAndia
RoMania
Jugoslavia
LussEmburgo
LiTuania
Danimarca
BulgaRia
GrEcia
PoRtogallo
MEssico
ColuMbia
Cecoslovacchia
SanDomingo
Paeslbassi
HonduRas
India
AusTralia
HaiTi
PoIOnia
La macchinosa combinazione è nell’antologia Eja, e}a, eja, alala, Feltrinelli, Milano
1971[...]